Strage del 10 settembre 1944

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 in queste terre colpite dalla guerra, da una dura occupazione tedesca, con condizioni di vita sempre più difficili, si sviluppò un’intensa resistenza, armata e civile, che è valsa alla Provincia di Massa-Carrara la medaglia d’oro al valor militare e al Comune di Massa la medaglia d’oro al merito civile. In memoria, il Comune e l’Unione Europea questi sentieri ricostruirono.

Il 10 settembre 1944 (una domenica), in varie località di Massa, fra le quali la Rinchiostra, soldati appartenenti alla XVI SS Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS”, uccisero 38 uomini, fra le vittime alcuni sacerdoti :

  • Don Giorgio Bigongiari, vice parroco di Lunata, vicino a Lucca
  • Don Lorenzo Gori, vicario della Pieve di Camaiore, originario di Livorno
  • Don Giuseppe Bertini, parroco di Molina di Quosa, Lucca
  • Il chierico Renzo Tognetti, arrestato il 12 agosto 1944 a Valdicastello dalle SS di ritorno da Sant’Anna di Stazzema, dove avevano massacrato circa 400 civili
  • il prof. Guglielmo Lippi Francesconi, primario dell’ospedale psichiatrico di Maggiano (Lucca), e altri rastrellati in Versilia, giunti al Castello Malaspina dal 1° settembre in avanti.

Vi erano anche 10 monaci e 7 civili catturati alla Certosa di Farneta (Lucca) l’1 e 2 settembre 1944: erano “colpevoli” di aver fornito aiuto e ospitalità ad ebrei, partigiani, renitenti alla leva, ricercati per vari motivi dalle autorità fasciste repubblicane o dai Tedeschi. Fra i monaci uccisi Pio Maria Egger, svizzero, padre maestro dei novizi della Certosa, e Gabriele Maria Costa, Procuratore della Certosa, in seguito decorato di medaglia d’oro al valor militare alla memoria per la sua collaborazione con la Resistenza.

L’assassinio dei monaci e dei sacerdoti dimostra il particolare odio anticristiano degli uomini della Divisione SS, spesso autori di spietate azioni a danno di uomini di chiesa, perché solidali con le comunità colpite dalla brutalità dell’occupazione tedesca e “naturalmente” oppositori dell’ideologia razziale e totalitaria del regime nazista. La scelta del giorno dell’eccidio – una domenica, il giorno del Signore per i cristiani – può essere così considerata altamente simbolica, e non casuale.

Massa in quei giorni era il terminale della politica del terrore messa in atto dalle SS nella Toscana settentrionale. L’operazione di liquidazione dei prigionieri attuata il 10 settembre ricorda nelle modalità quella operata dagli stessi uomini a Laiano di Filettole, fra Lucca e Pisa, dove qualche giorno prima, il 28 agosto 1944, avevano ucciso, prima di trasferirsi verso Nord, 37 persone rastrellate nelle settimane precedenti.