Il prefetto della liberazione

Il primo prefetto della provincia di Massa-Carrara (ancora denominata Apuania) dopo la Liberazione dell’aprile 1945 fu nominato dal Comitato di Liberazione Nazionale, con l’accordo e l’approvazione del Governo Militare Alleato della Toscana. La scelta cadde su Pietro Del Giudice, comandante del “Gruppo Patrioti Apuani”, la principale formazione partigiana del massese.Così lo ricordava lo scrittore Carlo Cassola, in una corrispondenza giornalistica del dicembre 1945:

A capo di questa, che è certo una delle Province più duramente provate, si trova un Prefetto politico, che è indubbiamente il più singolare fra tutti i Prefetti, politici e non politici. Pietro Del Giudice è nato trentun anni fa a Montignoso da famiglia operaia. Studiò a Firenze e si laureò in Diritto Canonico. Frate Domenicano, ebbe contatti con elementi antifascisti prima ancora del 25 luglio. Subito dopo l’8 settembre, lasciò il convento per la montagna. […] Prese il Comando delle formazioni partigiane, alle quali dette un’impronta politica e militare. […] Prima della Liberazione, si iscrisse al Partito Socialista, che lo propose come Prefetto in seno al CLN. Il CLN accettò la candidatura di Pietro all’unanimità”.

Così in seguito Pietro Del Giudice, che si definì prefetto “dei calcinacci” per la sua opera di ricostruzione dopo le distruzioni belliche, ricordò i principi guida della sua opera: abolizione di ogni forma di raccomandazione e clientelismo, impegno per il lavoro e l’assistenza attraverso gli organismi predisposti allo scopo, difesa intransigente della libertà della magistratura, nessuna interferenza sulla pubblica amministrazione. Sulla porta del suo studio in Prefettura fece affiggere un avviso nel quale si poteva leggere: “ Il Prefetto comunica: non faccio raccomandazioni di sorta. Le raccomandazioni sono espressione della immoralità fascista. L'occupazione dei singoli non mi compete. Ho il dovere invece di procurare lavoro per tutti e ogni mia energia deve tendere a questo fine […] Gli organismi della Giustizia sono al di sopra di noi tutti. A nessuno è lecito, neanche al Prefetto, interferire nell'opera della Giustizia [...] Come Prefetto non ho né amici né parenti. Massa, 15 aprile 1945”.

Il 1° marzo 1946 fu sostituito da un funzionario di carriera.