Ciro Siciliano, nato a Portici nel 1908, era il maresciallo dei Carabinieri che comandava la stazione di Forno. Aveva sposato Anna Pegollo, appartenente ad una famiglia di antifascisti e sorella del partigiano “Naldo”: avevano due bambini di pochi anni. Il 9 giugno 1944 maresciallo accolse amichevolmente i partigiani che occuparono a Forno, e proprio nella caserma dei carabinieri questi installarono il loro comando.
Il 13 giugno 1944, quando i tedeschi e i militi della X Mas fecero irruzione nel paese, il maresciallo Ciro Siciliano, che era in licenza di convalescenza, non era presente. Avrebbe potuto quindi salvarsi, ma decise di tornare a Forno: voleva cercare di intercedere per i suoi uomini e la popolazione civile rastrellata. Accusato di non essersi opposto all’occupazione del paese da parte dei partigiani e di avere fraternizzato con loro, fu messo anch’egli nel gruppo dei prigionieri da fucilare. Nel 2005 è stato insignito della medaglia d’oro al merito civile alla memoria.
Durante la giornata del 13 giugno il parroco di Forno, don Vittorio Tonarelli, si adoperò, a rischio della propria vita, per salvare gli abitanti, ed in particolare i bambini dell’asilo, allora situato nell’edificio della Filanda, riuscendo anche a far curare da un ufficiale medico della X Mas un bambino rimasto ferito. Non riuscì invece a salvare un partigiano ferito ai margini dell’abitato: mentre gli prestava aiuto, fu scorto dai tedeschi, che lo finirono a colpi di mitra.
Deriso e insultato dal comandante dei militi italiani, il tenente della X Mas Umberto Bertozzi, più volte minacciato di morte insieme alla sorella, riuscì in quel giorno di terrore a portare a termine con dignità e coraggio la sua opera di mediatore e difensore della comunità.
Per il suo comportamento, nel 1955 gli fu concessa la medaglia d’argento al merito civile.