Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 in queste terre colpite dalla guerra, da una dura occupazione tedesca, con condizioni di vita sempre più difficili, si sviluppò un’intensa resistenza, armata e civile, che è valsa alla Provincia di Massa-Carrara la medaglia d’oro al valor militare e al Comune di Massa la medaglia d’oro al merito civile. In memoria, il Comune e l’Unione Europea questi sentieri ricostruirono.
Da Resceto passava la vecchia via Vandelli, realizzata a metà del Settecento dall’ingegnere Domenico Vandelli per collegare il ducato di Modena con quello di Massa e Carrara, dopo il matrimonio fra Ercole d’Este e Maria Teresa Cybo-Malaspina.
Da Modena la Via Vandelli si dirigeva verso il Sasso Tignoso, sopra Sant’Anna Pelago, e valicava l‘Appennino al passo di San Pellegrino in Alpe. Scendeva poi da Chiozza verso la Garfagnana, e prima di Castelnuovo si dirigeva verso Fabbriche di Careggine. Da qui la strada saliva verso la Valle di Arnetola, oltre Vagli di Sopra, fino ai 1634 metri del Passo della Tambura. Da qui la strada scendeva con forti pendenze e numerosi tornanti, sostenuti da muri a secco, verso Resceto, superando un dislivello di 1100 m. in appena 6 km.
Abbandonata con l’Unità d’Italia, fu riutilizzata dalle donne di Massa durante il durissimo inverno 1944-1945, nel corso del quale la popolazione di Massa, soggetta agli ordini di sfollamento dei tedeschi, rifugiata nelle campagne, sui monti, nelle cave, o rimasta comunque in città, era letteralmente ridotta alla fame. Spesso accompagnate dai ragazzi, le donne si inerpicavano per le montagne, ripercorrendo l’antico tracciato, con i piedi fasciati a volte di sole pezze, camminando nella neve. Alcune si fermavano in Garfagnana, altre proseguivano fino alla pianura padana, e giungevano nel modenese. Portavano merce da scambiare, soprattutto sale, ottenuto faticosamente con una lunga operazione di bollitura di acqua marina. Tornavano, dopo giorni di fatica, con sacchi di farina, di castagne o di grano, ottenuti in cambio del sale o dei loro corredi. Alcune sono morte, di freddo o sfinimento, durante tormente di neve, o mitragliate; altre sono state derubate del carico prezioso che riportavano verso la costa.
Le loro storie rivelano un eroismo umile e quotidiano, che fu essenziale alla sopravvivenza della popolazione civile nell’ultimo durissimo inverno di guerra.