Carcere Malaspina

 Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 in queste terre colpite dalla guerra, da una dura occupazione tedesca, con condizioni di vita sempre più difficili, si sviluppò un’intensa resistenza, armata e civile, che è valsa alla Provincia di Massa-Carrara la medaglia d’oro al valor militare e al Comune di Massa la medaglia d’oro al merito civile. In memoria, il Comune e l’Unione Europea questi sentieri ricostruirono.

Questo castello, fortezza della città, era collocato durante la guerra il carcere giudiziario, nelle due sezioni maschile e femminile. Il carcere penale maschile era invece in via Pellegrini, nei pressi della stazione ferroviaria, e nel 1944 ospitava più del triplo dei detenuti rispetto alla sua normale capienza di 200, perché veniva utilizzato come stazione di passaggio nel trasferimento dei carcerati verso Nord. Nel giugno 1944, a seguito del bombardamento della linea ferroviaria, le traduzioni cessarono.

Il 17 luglio 1944 un bombardamento colpì il carcere penale, provocando dieci vittime fra i detenuti. Il 18 luglio un mitragliamento aprì delle brecce nelle mura di cinta, ed un certo numero di reclusi riuscì ad evadere. Nella notte fra il 27 e 28 luglio 1944 un gruppo di partigiani dei “Patrioti Apuani”, approfittando della fuga avvenuta il 26 luglio di alcune guardie carcerarie, liberò circa 65 detenuti politici, e 40 detenuti comuni approfittarono dell’azione per scappare. Il 31 luglio 1944 vi fu un altro tentativo di irruzione da parte dei partigiani, fallito. Il carcere penale fu quindi svuotato, e i 78 detenuti che ancora vi erano reclusi furono raccolti al carcere Malaspina, insieme agli altri già qui presenti.

Il carcere giudiziario del castello restò perciò l’unica struttura carceraria della città. Quando la XVI SS Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer SS”, a fine agosto 1944, abbandonò Lucca e si trasferì verso Nord, nel carcere Malaspina fu trasferito il parco ostaggi gestito dalla Feldgendarmerie della Divisione, costituito dagli uomini rastrellati in numerose operazioni effettuate dalle SS, nell’agosto 1944, nel pisano e in lucchesia.

Nel carcere Malaspina furono rinchiusi anche alcuni monaci e civili catturati ai primi di settembre 1944 nell’irruzione fatta dalle SS nella Certosa di Farneta, vicino a Lucca, e altri sacerdoti e civili sospetti di collaborazione con i partigiani. Verranno trucidati il 10 settembre in varie località del territorio di Massa. Il 16 settembre 1944, prima di abbandonare definitivamente la città, le SS svuotarono il carcere dei detenuti rimasti (condannati per reati comuni e in maggioranza inabili al lavoro), e li uccisero lungo il fiume Frigido, seppellendone poi i corpi in tre crateri di bombe.