Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 in queste terre colpite dalla guerra, da una dura occupazione tedesca, con condizioni di vita sempre più difficili, si sviluppò un’intensa resistenza, armata e civile, che è valsa alla Provincia di Massa-Carrara la medaglia d’oro al valor militare e al Comune di Massa la medaglia d’oro al merito civile. In memoria, il Comune e l’Unione Europea questi sentieri ricostruirono.
Il 2 settembre 1944 la Feldkommandantur di Massa emanò un ordine di sfollamento generale della città entro il 15 settembre. Anche le strutture civili della Repubblica Sociale chiusero i propri uffici, e fu abolito il tesseramento annonario. Gli abitanti, che avrebbero dovuto dirigersi verso il Parmense, si rifugiarono invece in campagna, sui monti, nelle cave, alcuni rimasero in città senza ottemperare all’ordine di evacuazione.
In questa situazione, le donne di Massa contribuirono in materia determinante alla manutenzione della vita dell’intera comunità. “Un’epopea civile di ragazzi scamiciati e povere donne scalze, che mentre i loro uomini combattevano in montagna contro i tedeschi, combattevano in pianura contro la fame”: così l’ha definita Piero Calamandrei in un discorso del 1954.
Per procurarsi merci da scambiare con un sacco di farina, le donne svuotarono i loro armadi di lenzuola e biancheria del corredo matrimoniale, particolarmente apprezzate in Garfagnana.
Un’altra merce importante fu il sale, pressoché introvabile, ottenuto dalle donne a prezzo di un lungo e faticoso lavoro, che dimostrò la loro caparbia volontà di lotta per la sopravvivenza: a gruppi, con carrette spinte a mano, si recavano sulla spiaggia, e riempivano di acqua marina grosse damigiane. Quindi, in luoghi appartati, perché non fossero visibili dai tedeschi e dai fascisti, e con legna tagliata nelle pinete o nei boschi, accendevano dei grandi fuochi, e bollivano l’acqua in marmitte, paioli, pentole di fortuna ricavate da lamiere, finché non ottenevano un po’ di sale, da scambiare con farina. Il sale veniva poi portato in Garfagnana o nella pianura padana a spalla, passando da vecchi sentieri come la Via Vandelli, oppure trainando carrette lungo le strade della Cisa o del Cerreto, con il grave rischio di incorrere in mitragliamenti alleati, requisizioni e violenze da parte dei fascisti e dei tedeschi.
L’impegno delle donne contro la fame e le requisizioni, per ridurre i danni della guerra e dell’occupazione tedesca, rappresenta un momento fondamentale di quella resistenza civile che ha consentito a Massa di ottenere la medaglia d’oro al merito civile. “La battaglia per la libertà e per il pane” – ci ricorda ancora Calamandrei – “fu una sola battaglia”.